Julie ha due figli, un ex marito che non paga in tempo gli alimenti e un lavoro molto al di sotto delle sue capacità, con il quale mantiene a stento la famiglia.
L'eccellente regia di Eric Gravel asseconda il ritmo affrettato e la preoccupazione costante di Julie, facendoci fare il tifo per lei dalla prima all'ultima scena, ma anche ricordandoci quanto tutti noi viviamo di corsa, inseguendo lavori sempre meno pagati e sempre più stressanti. La sceneggiatura, sempre di Gravel, è estremamente precisa e riconoscibile, mai esagerata, mai mesta o strappalacrime, anche se davvero c'è da commuoversi per la lotta impari della sua protagonista.
Il cuore pulsante del film è Laure Calamy che dà alla sua Julie pathos e leggerezza, autentica disperazione e altrettanto autentica dolcezza, creando il ritratto assai contemporaneo di una donna capace e piena di risorse costretta a saltare dentro i cerchi infuocati e sempre più ristretti della modernità.
Julie è una (super)eroina dei nostri tempi, una madre coraggio senza retorica e senza piagnistei, una centometrista del lavoro.
Segue incontro Politiche di genere, tra ieri oggi e domani
Questa proiezione è parte della rassegna: Due o tre cose che (non) so del genere
* Film in lingua originale, con sottotitoli in italiano