C’è una particolare scena che colpisce più di tutte quando si legge la biografia che Max Brod scrive dell’amico fraterno Franz Kafka. Nella piccola accolita di letterati praghesi di cui facevano parte, spesso si leggevano racconti o brani di romanzi che ciascuno stava scrivendo: Kafka un giorno lesse ai presenti il primo capitolo del Processo, ma faceva fatica a procedere, doveva spesso interrompersi perché rideva fino alle lacrime, e così coloro che lo ascoltavano.
La lettura davanti ad altri nasconde delle sorprese: può ribaltare se non il senso del testo, quantomeno il suo tono, o l’interpretazione che se ne dà. Li ribalta alle orecchie di chi ascolta ma, cosa ben più significativa, li ribalta agli occhi del suo stesso autore. Forse si scopre davvero ciò che si è scritto solo quando il proprio testo va a scontrarsi con il lettore/ascoltatore e tutto ciò che si pensava dovesse esserci dentro si mescola con quello che ci vede o ci sente dentro chi lo legge/ascolta per la prima volta: solo da questo incontro emerge l’effettiva identità del testo.
Il processo condiviso si propone due obiettivi: offrire uno spunto di scrittura e permettere che quello spunto diventi un racconto attraverso la condivisione e la discussione fra persone che siano “tutta sulla stessa barca”, cioè tutte impegnate a scrivere a partire da quello stesso spunto.
Come funziona? C’è un primo incontro, condotto dal curatore, in cui si presenta lo spunto, si danno delle idee, si forniscono degli strumenti, si leggono passaggi di grandi maestri pertinenti con lo spunto offerto. Gli autori si trovano senza il curatore per 4 volte, a cadenza settimanale (ma la partecipazione, nell’arco di circa un mese e mezzo, è libera), per dialogare fra loro, aggiornarsi sullo stato di evoluzione della propria idea, leggersi dei passaggi, seguendo uno schema proposto dal curatore (ogni incontro fra autori ha un tema, un “problema” da risolvere). C’è poi un ultimo incontro in cui riappare il curatore che, letti i racconti, ne fa una propria valutazione, discutendola con il gruppo.
Chi e quando? Due gruppi, con due curatori e due spunti differenti:
Il martedì dalle 18 alle 20, a partire dal 16 aprile, con Marco Furgeri
Il mercoledì dalle 20.30 alle 22.30, a partire dal 17 aprile, con Guido Laino
Gli spunti:
Martedì
Il telefono squilla e l’uomo si volta in direzione della ragazza.
Troppo riconoscibile (Salinger)?
Siccome il telefono potrebbe essere in questo caso un cellulare, potrebbe appartenere all'uomo o alla donna. I due potrebbero essere in una camera, ma anche per strada, in riva al mare...
Potrebbero rispondere al telefono (sapendo chi sta chiamando) o non rispondere. Di certo, i personaggi sono almeno tre: l'uomo, la ragazza, la persona che sta chiamando.
Potrebbe trattarsi di un triangolo amoroso, come nell'originale, ma anche di tutt'altro.
Mercoledì
Al telefono è lei, ma lei è anche lì, seduta sul divano al suo fianco.
Potrebbe essere un film di David Lynch (nello specifico, Lost Highway), ma anche un romanzo di Philip K. Dick o un frammento ispirato a Kafka.
Se c’è una lei vicina a lui e un’altra lei, identica, all’altro capo del telefono, le possibilità sono molteplici: un doppelgänger, un duplicato (solo una voce digitale o un’androide indistinguibile dall’originale?), un’allucinazione? Ma chi può essere sicuro che sia la voce al telefono, e non la persona a fianco a lui, la copia?
Al di là della sua effettiva identità, quale messaggio deve riferire, l’altra voce?