Già in CURE (1997) Kurosawa Kiyoshi (nessuna parentela con “l’imperatore” Akira) scandagliava brillantemente l’animo umano in un thriller psicologico estremamente cupo e introspettivo, che di fatto (seppur inconsapevolmente) anticipava il fenomeno del j-horror (che inizierà ufficialmente l’anno successivo, 1998, con RING di Nakata Hideo). Kairo/Pulse prosegue questo discorso e, approfittando delle nuove tecnologie (Internet è da poco arrivato ed esploso nel mondo), unisce efficacemente vari piani di lettura (la paura del nuovo, il tema della solitudine dei giovani, la loro paranoia e alienazione rispetto alla quotidianità) con atmosfere che richiamano i classici dell’horror giapponese (le storie di fantasmi) e un certo fascino post-apocalittico (che si esprime specialmente sul finale). Un horror filosofico di grande atmosfera, ancora oggi ineguagliato.
Questa proiezione è parte della rassegna:
Ludovico Technique: il cinema giapponese del nuovo millennio
*Film in lingua originale, con sottotitoli in italiano