Secondo Pier Paolo Pasolini il cinema si può dividere in due tipi: il "cinema di prosa" e il "cinema di poesia". Nella sua definizione, "il cinema di prosa è un cinema in cui lo stile ha un valore non primario, non appariscente, non clamoroso: mentre lo stile del cinema di poesia è l’elemento centrale, fondamentale. In parole molto povere, nel cinema di prosa, non si sente la macchina da presa e non si sente il montaggio, cioè non si sente la lingua – la lingua traspare sul contenuto e ciò che conta è quello che viene narrato. Nel cinema di poesia invece si sente fortemente la macchina da presa, si sente fortemente il montaggio".
Il Festival Poè propone la rassegna cinematografica “Lo scandalo del contraddirmi: film e poesia”, curata da Alberto Brodesco e Guido Laino, che si terrà nei martedì di marzo presso la sala Herzog del centro culturale HarpoLab, in piazza Garzetti 24 a Trento. La rassegna presenta quattro registi con una decisa inclinazione per il cinema di poesia, ma non solo: come dimostrano i film in programma, la loro vocazione li ha spinti ad affrontare il tema della poesia direttamente, raccontando o illustrando la vita di un letterato, o avvicinandosi al mito e ai versi della tragedia classica. Quel che si produce è una sorta di cinema di poesia al quadrato, cinema di poesia sulla poesia.